Glauco Venier: orgoglioso ambasciatore del suo amato Friuli

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Venerdì omaggio in jazz ad Arturo Zardini

Friuli? Un comandamento. Nei tantissimi concerti in giro per il mondo come nella sua Gradisca di Sedegliano, nell’insegnamento del jazz al conservatorio di Udine (e prima in quello di Trieste), nell’ultradecennale sodalizio artistico con Lady Norma Winstone e nei familiari studi ECM, Glauco Venier ha sempre proclamato e vissuto la sua friulanità e il suo immenso amore per questa terra e per la lingua figlia di Aquileia. Da vero ambasciatore culturale, questo nostro illustre pianista e compositore ha dato nuovi suoni ai versi di Novella Cantarutti, di Pier Paolo Pasolini, Federico Tavan e Amedeo Giacomini, portandone le parole alte nelle sale da concerto di tanti Paesi, e con l’amico Valter Sivilotti e l’Orchestra sinfonica del Friuli Venezia Giulia ha saputo realizzare uno splendido omaggio in jazz ad Arturo Zardini. Appuntamento venerdì 8 marzo, alle 21, al teatro Italia di Pontebba per il circuito Ert. Nell’occasione, il concerto sarà impreziosito dalla voce jazz di Alba Nacinovich, talentuosa allieva di Glauco che abbiamo già apprezzato in diverse occasioni. Sul podio salirà il maestro Sivilotti.

Orgoglio friulano, si diceva. E qui Venier si arrabbia puntualmente, ma pacatamente: “Ho incontrato molte persone che quasi si vergognano di parlare in marilenghe e mi rispondono in italiano. Ho notato in esse un atteggiamenti remissivo che non fa bene a questa mia amata terra. Sotàns!”. Eppure oggi ci sono strumenti e leggi di difesa e tutela del friulano. “Ma è una sconfitta! – commenta -. Avere bisogno in casa nostra di norme, agenzie, sportelli per il friulano significa essere deboli e rassegnati. Io non lo sono né lo sarò mai. E così, sentire Norma Winstone, la più grande cantante bianca di jazz, un’inglese, interpretare Pasolini o Novella in friulano mi accarezza il cuore certo, ma mi fa anche riflettere sulla mia gente e su chi comanda veramente nella cultura. Per esempio e con tutto il rispetto, possibile che tre dei quattro principali teatri della regione siano intitolati  a Giuseppe Verdi e quello di Udine ad un pittore, famoso da noi ma assolutamente un minore nel panorama dell’epoca in cui era vissuto? Eppure qui abbiamo personaggi di fama mondiale come Paolo Diacono, Pasolini e diversi altri”.

Ma, del resto, anche il conservatorio di Venezia è intitolato a Benedetto Marcello e non ad Antonio Vivaldi o a Claudio Monteverdi. “Vero – incalza Venier -. E quello di Udine a Jacopo Tomadini… Questo non fa altro che confermare la mia tesi su chi decide cosa. Atavica paura? Massonerie assortite? Poteri economici e politici? Probabilmente, un po’ di tutto questo. Comunque, tornando a noi, ribadisco che dobbiamo coltivare il friulano come un valore aggiunto, aggiunto ai tanti tesori che qui abbiamo saputo creare e scoprire. Non mi arrendo!”.

 E allora noi torniamo al Glauco musicista e a Zardini, l’amatissimo autore dell’inno nazionale friulano: Stelutis alpinis. “Con Valter, l’orchestra e Alba, nel centenario della morte, abbiamo deciso di riproporlo in una nuova veste proprio nel paese che gli diede i natali. Personalmente, sento Zardini molto vicino a me, forse anche perché il padre era nato a Pozzo di Codroipo, a due passi da Gradisca. A parte le battute, lo sento perché ne percepisco l’anima friulana umile, rocciosa, orgogliosa e autentica: è un po’ anche la mia forza quando vado a suonare in giro per il mondo, quando incido dischi (ben sei per la ECM; ndr), quando insegno alle nuove generazioni”. Glauco Venier, infatti, è docente di jazz al Tomadini dal 2009, dopo l’inizio del percorso didattico a Trieste. “I primi anni – racconta – sono stati entusiasmanti, tanti dei miei ragazzi oggi suonano in giro per il mondo, America compresa, e ne sono orgoglioso. Ultimamente, però, noto che i giovani si avvicinano di meno allo studio della musica. Dal canto mio, spero che, anche grazie al nuovo direttore Beppino Delle Vedove, eccellente musicista, questa deriva finisca presto e Udine e il Friuli musicale tornino a crescere”.

Intanto il mahatma di Gradisca – come scherzosamente e affettuosamente chiamo questo artista davvero speciale e carismatico – ha già registrato un nuovo disco per la ECM assieme al leggendario Steve Swallow, a Norma, al chitarrista Mike Walker e al fisarmonicista e tastierista Gil Goldstein (ha suonato con Miles Davis, Gil Evans e Sting, Pat Metheny e John Surman). Siamo al missaggio e potremo ascoltarlo entro l’anno. 

E noi, nell’attesa, navighiamo su questo impetuoso e generoso fiume di friulanità assieme all’orgoglio, alla fede e all’entusiasmo di Glauco, speciale ambasciatore culturale della nostra terra nei cinque continenti.

Nicola Cossar

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